Approfondimenti e curiosità

Food Sharing: Cos’è e Come Funziona?

Il food sharing è un’opportunità concreta per ridurre lo spreco di cibo, una delle più vergognose piaghe del mondo occidentale, se pensiamo alla domanda di cibo mondiale. Esso rientra nella sharing economy e infatti non è altro che la condivisione di cibo che verrebbe altrimenti gettato nei rifiuti.

La distribuzione dei prodotti alimentari ai fini della solidarietà sociale è regolata in Italia dalla Legge n.155 del 2003.

Esistono due tipologie di food sharing:

  • Sharing for the community
  • Sharing for money

Cos’è il food sharing for the community?

Il food sharing for the community non prevede una vendita verso il ricevente, bensì una donazione. Alla sua base c’è la lotta allo spreco di cibo senza finalità di lucro, ma la sola condivisione di cibo in eccesso o che per via di svariati motivi non sarebbe stato consumato. Per esempio se abbiamo sbagliato a fare la spesa e acquistato più cibo del dovuto possiamo decidere di donare la parte eccedente a chi invece potrebbe averne bisogno. Stesso dicasi quando organizziamo feste e avanza molto cibo.

Se da una parte il donatore non ha vantaggi né svantaggi economici nel donare i propri alimenti in eccesso, dall’altra parte i riceventi hanno molteplici benefici. Il food sharing for the community è quindi un’occasione per aiutare concretamente chi è in difficoltà.

Cos’è il food sharing for money?

Il food sharing for money prevede invece una vendita e quindi ha anche finalità di lucro. Solitamente questi prodotti vengono venduti a un prezzo molto più basso rispetto a quello di mercato, favorendone così l’acquisto. Un esempio di food sharing for the money è Too Good To Go, un’azienda danese che si è diffusa anche in Italia.

Il vantaggio per i ristoranti, i negozi o i supermercati che vogliono utilizzare il food sharing for money potrebbe non essere evidente a primo impatto. Tuttavia vendere a prezzo scontato prodotti vicini alla scadenza (ma non scaduti) è comunque un guadagno, considerando che andrebbero buttati via di lì a poco. Inoltre è una forma di marketing, l’utente comprando a prezzo scontato un prodotto potrebbe valutarne la qualità e tornare per acquistarne di nuovi.

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Come funziona il food sharing?

Chiaramente il cibo donato o venduto tramite il food sharing (ma ciò dovrebbe avvenire sempre in ogni caso) non deve essere scaduto, ma deve essere ben conservato e soprattutto non deve comportare un rischio alla salute del beneficiario. Vale sostanzialmente la regola “Non donare ciò che tu non mangeresti”.

A differenza della tradizionale distribuzione di cibo in eccesso ai bisognosi svolta da cooperative sociali o privati filantropi, il food sharing condivide con la sharing economy le sue caratteristiche, che le consentono di apparire come uno strumento del tutto nuovo.

Questo prevede infatti una piattaforma sul web in grado di mettere in comunicazione le parti. Donatore/venditore e beneficiario si accorderanno quindi sulla piattaforma, prima di concretizzare la donazione o la vendita.

Sia che si tratti di una vendita sia di una donazione, il food sharing potrebbe avere un impatto notevole sull’economia di una comunità. Pensiamo per esempio alla possibilità di famiglie in difficoltà di risparmiare denaro per utilizzarlo verso altri prodotti, per investirlo sul futuro dei propri figli o semplicemente per metterlo da parte.

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Lorenzo Baldassarre

Sono un copywriter che collabora con diverse agenzie e siti web, principalmente su tematiche economiche-finanziarie, ma non solo. Easyfinanza.it è un mio progetto, che ho interamente sviluppato su tutti i suoi aspetti: contenuti, immagini, struttura del sito e piano editoriale basato sulla SEO.

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