TER (Total Expense Ratio), cos’è, come si calcola e perché incide sul rendimento
Quando investi in ETF o fondi incontri quasi subito il TER. È una percentuale annua che misura i costi correnti del prodotto, prelevati “dentro” lo strumento e già scalati dal suo prezzo.
Non lo vedi come addebito separato, ma riduce il rendimento nel tempo. Più il TER è alto, più frena la performance a parità di mercato.
Cos’è il TER?
Il TER rappresenta quanto costa far funzionare un ETF o un fondo, parliamo di spese di gestione, amministrazione, depositaria, regolamentazione, pubblicazione dei documenti. È espresso in percentuale annua sul patrimonio del fondo, viene applicato giorno per giorno e non richiede alcuna azione da parte tua.
Come si calcola e come si legge il TER?
In forma essenziale, TER = spese correnti annue / patrimonio medio del fondo. Se un ETF ha TER 0,15%, vuol dire che, su un capitale di 10.000 €, l’incidenza annua teorica è 15 €. Nella pratica il TER si riflette continuamente nella quota, quindi l’effetto è “spalmato” nel tempo e lo noti confrontando due strumenti simili con TER diversi.
Esempio
Supponi due ETF molto simili, uno con TER 0,15%, uno con TER 0,60%. A parità di mercato, la differenza annua di costo è 0,45%. Su orizzonti lunghi pochi decimi fanno la differenza, perché ogni anno quella percentuale si somma all’effetto dell’interesse composto.
Cosa include e cosa non include il TER
Nel TER | Non nel TER |
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spese di gestione e amministrazione del fondo; | commissioni di negoziazione che paghi al tuo intermediario quando compri o vendi; |
costi della banca depositaria e di custodia titoli; | spread denaro-lettera al momento dell’ordine; |
spese legali, regolamentari, revisione e pubblicazione documenti; | imposta di bollo sul dossier titoli, secondo normativa italiana; |
oneri operativi ricorrenti del fondo o ETF. | tasse su plusvalenze e dividendi, dipendono dalle operazioni e dal regime fiscale; |
TER, OCF e “spese correnti”, differenze senza tecnicismi
Nei documenti europei potresti trovare OCF (Ongoing Charges Figure) o spese correnti. Nella pratica, per ETF e fondi aperti OCF e TER vengono spesso usati come equivalenti per indicare i costi correnti annui. Se il prodotto prevede commissioni di performance o altri oneri non ricorrenti, li vedrai fuori da TER o OCF.
Perché il TER conta davvero
Su orizzonti lunghi, pochi decimi di punto percentuale fanno massa. Un TER più basso non garantisce risultati, però lascia più rendimento netto in tasca a parità di mercato. Attenzione però alla liquidità e alla qualità di replica: scegliere solo in base al TER può farti trascurare spread elevati o tracking imperfetto.
Dove trovi il TER e come cambia nel tempo
Lo trovi nella documentazione chiave del prodotto, in particolare nel KID (Informazioni chiave) e nel prospetto. Il valore può variare nel tempo, perché dipende dalle spese effettive e dalla dimensione del fondo. Quando confronti due strumenti, usa sempre dati aggiornati.
No, è già incluso nel prezzo dell’ETF o del fondo e riduce il rendimento alla fonte.
Di solito no. Gli ETF hanno TER più bassi rispetto a molti fondi attivi, perché replicano un indice e hanno struttura più snella.
Non necessariamente. TER basso aiuta, ma valuta anche liquidità, spread, tracking, politica dei dividendi e affidabilità dell’emittente. La scelta migliore considera l’insieme.