Contributi INPS per Partita IVA: come funzionano per freelance, professionisti e artigiani
Quando apri Partita IVA, una delle prime domande è sempre la stessa. Quanto pago di INPS e quando lo pago. La risposta è che dipende dal tipo di attività che svolgi e dalla gestione INPS in cui rientri. Se capisci questa cosa, metà della confusione sparisce.
Questa guida è informativa e generale. Le regole possono cambiare di anno in anno e, in alcuni casi, dipendono anche dal tuo inquadramento specifico.
Non esiste “un unico INPS per tutte le Partite IVA”
Con Partita IVA puoi finire in situazioni diverse. Le più comuni, per chi lavora da freelance o da piccolo imprenditore, sono due.
Da una parte ci sono molti liberi professionisti senza cassa che versano alla Gestione Separata. Dall’altra ci sono artigiani e commercianti che versano nelle Gestioni speciali Artigiani e Commercianti.
Sono due mondi diversi, soprattutto per un motivo: in uno spesso non c’è un minimo fisso, nell’altro sì.
| Caso tipico | Gestione INPS | Come si calcola | Minimo annuo | Aliquote 2025 (indicative) | Come e quando si paga |
|---|---|---|---|---|---|
| Professionisti freelance senza cassa (molti servizi) | Gestione Separata | Percentuale sul reddito imponibile previdenziale | In genere non c’è un “minimo fisso” se non produci reddito | 26,07% per professionisti con P.IVA senza altra tutela, 24% se pensionato o con altra tutela obbligatoria | Di solito con saldo e acconti tramite F24, legati alla dichiarazione dei redditi |
| Artigiani (attività manuali, laboratori, ecc.) | Gestione Artigiani | Contributi su un minimale + percentuale sull’eventuale eccedenza | Sì, basato sul minimale di reddito | 24% (IVS) | In genere rate trimestrali, più eventuale conguaglio |
| Commercianti (vendita, negozio, e-commerce come attività principale, ecc.) | Gestione Commercianti | Contributi su un minimale + percentuale sull’eventuale eccedenza | Sì, basato sul minimale di reddito | 24,48% (include 0,48% per il fondo cessazione attività) | In genere rate trimestrali, più eventuale conguaglio |
Nota. INPS pubblica ogni anno aliquote e soglie con circolari e comunicazioni. Per il 2025, ad esempio, il minimale di reddito per artigiani e commercianti è indicato dall’INPS in 18.555 euro.
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Gestione Separata INPS: tipica dei freelance “senza cassa”
Se sei un libero professionista senza una cassa previdenziale di categoria, spesso la strada è la Gestione Separata.
Qui la logica è semplice. Se hai un reddito imponibile previdenziale, applichi una percentuale. Se in un anno non produci reddito, in linea generale non versi contributi per quell’anno.
Per il 2025, l’INPS indica le aliquote della Gestione Separata con apposita comunicazione e rimanda alla circolare di riferimento.
Una sintesi pratica, coerente con le tabelle riprese da più fonti, è questa: 26,07% per professionisti con Partita IVA senza altra tutela obbligatoria, 24% se sei pensionato o hai già un’altra tutela previdenziale obbligatoria.
Artigiani e Commercianti: qui il “minimo” conta davvero
Se rientri tra artigiani o commercianti, la situazione cambia perché esiste una quota minima legata a un minimale di reddito stabilito annualmente dall’INPS. Anche con redditi bassi, spesso c’è comunque una contribuzione minima da sostenere.
Per il 2025 l’INPS indica che il minimale di reddito di riferimento, e le aliquote IVS, con una differenza importante tra artigiani e commercianti per via della quota aggiuntiva dello 0,48% per i commercianti.
Esempi semplici per capire gli ordini di grandezza
Facciamo due conti facili, solo per orientarti. Non sono un preventivo e non sostituiscono i calcoli completi, perché nella realtà possono entrare in gioco più voci e condizioni.
Esempio 1. Freelance in Gestione Separata, reddito imponibile 10.000 euro. Con aliquota 26,07% la stima è circa 2.607 euro di contributi.
Esempio 2. Freelance in Gestione Separata, reddito imponibile 20.000 euro. Con aliquota 26,07% la stima è circa 5.214 euro.
Esempio 3. Artigiano, reddito sotto il minimale. Se il riferimento minimo è 18.555 euro e l’aliquota è 24%, solo per capire la grandezza sei attorno a 4.453 euro come base “teorica” IVS sul minimale. Per un commerciante, con 24,48%, siamo attorno a 4.542 euro. I conteggi effettivi li determina INPS con i prospetti e possono includere ulteriori componenti previste.
Riduzioni e agevolazioni: esistono, ma vanno trattate con calma
Su questo tema conviene essere molto chiari. Sì, esistono agevolazioni, ma cambiano nel tempo e hanno requisiti e procedure.
Un esempio concreto e recente è la riduzione del 50% dei contributi per nuovi iscritti artigiani e commercianti prevista per chi avvia l’attività nel 2025 e si iscrive per la prima volta, secondo quanto comunicato da INPS.
Se invece sei in regime forfettario, spesso si sente parlare della riduzione del 35% per artigiani e commercianti. È un tema reale, ma prima di farci affidamento conviene verificare requisiti e impatto, anche perché “pagare meno oggi” può voler dire “accreditare meno contributi” in alcuni casi.
Perché un commercialista online può essere utile
La parte difficile dei contributi INPS non è la percentuale. È capire in quale gestione sei, cosa devi fare quando cambi situazione, come si incastrano scadenze, dichiarazioni e versamenti.
Se vuoi un aiuto pratico nella gestione, esistono servizi di commercialisti online che seguono freelance, professionisti e anche attività più “operative”.
Flextax
Flextax è un’altra soluzione online che si rivolge a chi vuole gestire Partita IVA e contabilità in modo più snello. Può essere utile se il tuo obiettivo è ridurre l’ansia da scadenze e avere un quadro chiaro di cosa va pagato e quando, senza perderti in tecnicismi.
FidoCommercialista
FidoCommercialista è un ulteriore riferimento per chi cerca gestione e supporto da remoto. Ha senso soprattutto quando vuoi “mettere ordine” tra fatture, dichiarazioni e contributi e vuoi un canale stabile a cui chiedere conferme.
Un ultimo pezzo pratico: separa soldi personali e soldi dell’attività
Se sei freelance o hai una piccola attività, una cosa che aiuta tantissimo è separare, anche mentalmente, il denaro “tuo” da quello “dell’attività”. Questo non è un obbligo per tutti, ma è un’abitudine che spesso rende più semplice accantonare contributi e tasse senza farti trovare impreparato.
Un esempio è Finom, ovvero un conto business pensato per chi lavora in proprio e vuole gestire incassi e pagamenti in modo più ordinato. L’utilità, in una logica semplice, è questa: se i soldi per contributi e imposte restano “dentro” un flusso separato, è più facile avere controllo e meno facile spenderli senza accorgertene.
Dipende dal tipo di attività e dall’inquadramento. In tanti casi i professionisti senza cassa vanno in Gestione Separata, mentre artigiani e commercianti hanno una gestione dedicata. Se hai dubbi, la cosa migliore è verificare con un professionista perché un errore qui può costare tempo e stress.
Può succedere soprattutto nelle gestioni Artigiani e Commercianti, dove esiste un minimale di reddito e una contribuzione minima. Nella Gestione Separata, invece, la logica tipica è a percentuale sul reddito.
Sì, possono cambiare. INPS comunica ogni anno aliquote e soglie con circolari e notizie ufficiali, come avviene per la Gestione Separata e per Artigiani e Commercianti.
