Autarchia: significato ed etimologia in economia
Il significato di autarchia è perlopiù duplice e può essere utilizzato sia in campo economico che filosofico. In economia l’autarchia non è altro che l’indipendenza economica di un Paese, ovvero la non dipendenza (o quasi) da altri Stati.
Le nazioni autarchiche cercano di ridurre al minimo l’import e favoriscono la produzione locale, la quale dovrebbe compensare l’assenza di importazioni e dovrebbe soddisfare l’intero fabbisogno nazionale. È in antitesi al liberismo economico.
L’etimologia di autarchia deriva dal greco αὐτάρκεια (da leggersi “Autàrcheia“), che significa proprio “autosufficienza”. La definizione di autarchia in filosofia indica il raggiungimento della felicità senza il condizionamento esterno, ovvero stare bene con sé stessi in modo autonomo. Da questa base il concetto è stato poi esteso anche all’economia.
Il termine greco fu infatti in seguito adottato anche in campo economico, specialmente nel Novecento dal regime fascista in Italia, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Un regime autarchico potrebbe rientrare nel dirigismo economico, dal momento che il governo in questo caso dà una direzione sull’attività economica del Paese, sebbene l’inclusione in questo sistema economico potrebbe risultare leggermente forzata. L’autarchia è una forma di protezionismo economico, dal momento che ha come obiettivo quello di limitare le importazioni a vantaggio delle imprese nazionali.
Che cosa significa autarchia?
L’autarchia è la scelta di autosufficienza economica. Un paese cerca di produrre da solo ciò che consuma e riduce al minimo importazioni ed esportazioni. Per farlo usa dazi, quote, controlli sui cambi, piani di sostituzione delle importazioni. L’obiettivo dichiarato è dipendere meno dall’estero e proteggersi da crisi o pressioni politiche.
Cosa comporta nella pratica?
Quando chiudi gli scambi rinunci ai vantaggi della specializzazione e alla concorrenza esterna. Nel breve può crescere la produzione nazionale in alcuni settori protetti. Nel medio è frequente vedere prezzi più alti, meno scelta, tecnologie che avanzano più lentamente perché arrivano meno input e meno idee dall’estero. La bilancia dei pagamenti diventa più semplice, ma l’economia è più esposta a shock interni come cattivi raccolti o guasti nelle filiere domestiche.
| Elemento | Cosa significa | Esito atteso |
|---|---|---|
| Obiettivo | ridurre la dipendenza dall’estero | maggiore autonomia nelle decisioni |
| Strumenti | dazi, quote, controlli valutari, sostituzione import | protezione dei settori interni |
| Offerta interna | produzione concentrata in patria | rischio costi più alti e qualità variabile |
| Prezzi e varietà | meno concorrenza internazionale | prezzi più elevati e scelta limitata |
| Innovazione | meno scambio di idee e tecnologie | progressi più lenti e gap tecnologici |
| Rischi | shock agricoli o industriali senza rete estera | carenze e colli di bottiglia |
| Quando si usa | guerra, sanzioni, crisi di pagamenti, motivi politici | stabilità politica interna nel breve, crescita più debole nel tempo |
Autarchia nel regime fascista in Italia
L’Italia fu un Paese che tentò di raggiungere l’autarchia sia per propaganda sia per cause esterne. L’invasione dell’Etiopia nel 1935-1936 costò all’Italia l’introduzione della sanzioni economiche da parte della Società delle Nazioni, di cui l’Italia faceva parte.
Per evitare una carestia di prodotti, soprattutto di genere alimentare, Mussolini fu costretto a rafforzare la produzione interna e a tentare di raggiungere l’autarchia economica. In realtà le sanzioni economiche non furono così efficaci principalmente per due motivi.
- Esse durarono solo 7 mesi: gli Stati aderenti alla Società delle Nazioni videro con pericolo l’isolamento dell’Italia, che infatti si avvicinò alla Germania nazista. A nulla servì il ritiro delle sanzioni, dato che l’Italia uscì dalla Società delle Nazioni e si alleò con Hitler.
- Le sanzioni economiche furono imposte solo dagli Stati aderenti alla Società delle Nazioni, dunque erano esclusi importanti partner commerciali come gli Stati Uniti d’America, il Giappone e la stessa Germania. In particolare da questi l’Italia poteva ottenere carburante, come petrolio e carbone, i quali scarseggiavano sul territorio nazionale.
In realtà già da 10 anni il governo di Mussolini era impegnato nella cosiddetta “Battaglia del grano“, con l’idea di rendere l’Italia autarchica dal punto di vista alimentare, fatto che non avvenne. Negli anni ’30 il nostro Paese era infatti ancora uno Stato importatore di prodotti alimentari. Uno dei più importanti punti di tale battaglia fu la bonifica della palude pontina che diede vita a nuovi ettari di terreno coltivabile e alla costruzione nei primi anni trenta di nuove città come Latina (alla nascita “Littoria”), Pontinia e Sabaudia.
L’autarchia è stata utilizzata dai fascisti soprattutto in chiave propagandistica, dato che il governo dittatoriale fascista incentivò i prodotti nostrani rispetto a quelli stranieri. La propaganda fece sconfinare l’autarchia anche in altri campi, come quello linguistico.
Autarchia linguistica
Il governo iniziò una campagna a favore della lingua italiana e una vera e propria guerra contro le parole straniere (che furono vietate). L’idea fascista era quella di un’autarchia linguistica, ovvero di un’autosufficienza della lingua italiana per esprimere qualsiasi cosa, senza l’ausilio di parole straniere.
L’autarchia sia in campo economico che linguistico fu uno dei pilastri della politica fascista e fu perseguita fino alla caduta del regime. L’Italia dopo la seconda guerra mondiale tornò alla democrazia e all’economia di mercato.
No. Il protezionismo limita gli scambi ma non li elimina. L’autarchia punta all’autosufficienza, quindi a ridurre quasi a zero import ed export. Nella pratica può esistere una via di mezzo, ma l’idea di fondo nell’autarchia è la chiusura.
Può dare respiro temporaneo a settori strategici o in momenti di emergenza. Funziona meglio se il Paese ha risorse abbondanti, mercato interno ampio, capacità tecnologiche mature. Come strategia permanente tende però a crescita più bassa. Quindi sostanzialmente no, sul lungo periodo difficilmente funziona.
Rendere una filiera più resiliente non significa autarchia. Si possono diversificare i fornitori, creare scorte e riportare una parte della produzione in patria continuando a commerciare. L’autarchia invece taglia molti legami esteri.
