Approfondimenti e curiosità

House Sharing: un modo per viaggiare risparmiando

L’house sharing è una branca della sharing economy che, come suggerisce il nome, si riferisce alla condivisione della casa. Chiamato anche home sharing, in Italia questo fenomeno si sta sviluppando negli ultimi anni grazie al desiderio di viaggiare, risparmiando il più possibile sull’alloggio, ma ottenendo tuttavia una dimora confortevole.

Il sito più famoso di house sharing è certamente Airbnb, il quale mette in comunicazione chi ha una casa da affittare o una parte di essa con chi desidera alloggiarvi per un breve periodo. La società è americana, ma ha ottenuto una dimensione internazionale diffondendosi anche in Italia.

Simile all’house sharing è l’house exchange o house swapping, ossia un vero e proprio scambio di case. Due famiglie potrebbero decidere di scambiarsi la casa per un periodo di tempo e trascorrere le proprie vacanze nell’abitazione altrui. L’obiettivo di chi adotta questa soluzione non è solo di azzerare i costi (qualora il valore delle due case si equivalesse), ma di sfruttare i propri spazi, che resterebbero altrimenti vuoti nel momento della partenza.

L’house sharing rientra nella sharing economy perché possiede tutte le caratteristiche di quest’ultima, ovvero la presenza di una piattaforma dove lasciar poter effettuare le transazioni, ma soprattutto uno spazio (sempre la piattaforma) dove poter mettere in comunicazione le due parti, le quali diversamente non si sarebbero potute incontrare.

A servirsi dell’house sharing sono principalmente viaggiatori low cost, che non hanno la necessità delle comodità di un albergo o di altri alloggi con annessi servizi, ma di una semplice base nel luogo dove si intende trascorrere le proprie vacanze.

A trarre benefici dalla sharing economy sono anche i locatori, i quali hanno così la possibilità di ottenere una remunerazione dal possesso di una seconda casa o semplicemente spazi della propria abitazione.

Imposte sull’House Sharing

Dal giugno 2017 i contratti di locazione con durata temporale inferiore ai 30 giorni possono essere tassati facoltativamente con una cedolare secca, come spiega questa pagina del sito dell’Agenzia delle Entrate. Essa è pari al 21% del totale, spese incluse, compresa l’IRPEF e altre addizionali. Nel caso in cui doveste specificare nel contratto che alcuni costi sono relativi alle pulizie o alle utenze della casa, anche questi rientrerebbero nella tassazione.

Per come e quando pagare la cedolare secca vi consigliamo di leggere questa pagina dell’Agenzia delle Entrate >>> Come e quando si paga

È in ogni caso consigliato inserire questi costi per trasparenza nei confronti di chi alloggerà nella casa.

La cedolare secca non è l’unica possibilità che hanno i locatori di pagare le imposte dovute per l’house sharing, un’alternativa è anche la tassazione ordinaria. Non stiamo qui a suggerire quale possa essere la scelta più giusta per voi, il consiglio è quello di parlarne con il commercialista e valutare per bene quale delle due possibilità conviene percorrere.

Vantaggi dell’house sharing

L’house sharing offre numerosi benefici sia per i proprietari che per gli ospiti. Per i proprietari, rappresenta un’opportunità di monetizzare spazi inutilizzati, generando un reddito extra che può contribuire a coprire le spese di manutenzione o il mutuo dell’immobile. Per gli ospiti, invece, consente di risparmiare sui costi di alloggio, offrendo spesso prezzi più competitivi rispetto agli hotel tradizionali.

Inoltre, soggiornare in una casa condivisa permette di vivere un’esperienza più autentica, immergendosi nella cultura locale e avendo l’opportunità di interagire direttamente con i residenti. Questo tipo di alloggio offre anche una maggiore flessibilità, con una vasta gamma di opzioni che spaziano da stanze private a intere abitazioni, adattandosi così alle diverse esigenze dei viaggiatori.

Svantaggi e criticità dell’house sharing

Nonostante i numerosi vantaggi, l’house sharing presenta anche alcune criticità. Per i proprietari, vi è il rischio di danni alla proprietà causati da ospiti poco attenti o irresponsabili. Inoltre, la gestione delle prenotazioni, delle pulizie e delle comunicazioni con gli ospiti può richiedere un impegno significativo in termini di tempo ed energie.

Per gli ospiti, invece, esiste la possibilità di incongruenze tra l’annuncio e la realtà, con alloggi che non corrispondono alle descrizioni o alle aspettative. Un’altra criticità riguarda la regolamentazione: in alcune città, l’house sharing è soggetto a normative specifiche o restrizioni, e sia i proprietari che gli ospiti devono essere consapevoli delle leggi locali per evitare sanzioni.

ModalitàCosa significaEsito atteso
Stanza in appartamento condivisoaffitti una camera, spazi comuni in condivisioneaffitto più basso, vita sociale, serve buona compatibilità
Coinquilino in casa di proprietàospiti qualcuno a pagamentocontributo al mutuo/spese, attenzione a contratto e fisco
Scambio casadue famiglie si scambiano l’abitazione per un periodorisparmio sui viaggi, richiede fiducia e regole chiare
Affitto breve di una stanzaospiti viaggiatori per pochi giornientrate extra, gestione più intensa (pulizie, check-in)

Perché interessa chi guarda al portafoglio

Vivere in condivisione ti permette di ridurre affitto, bollette e spese condominiali e nelle grandi città è spesso l’unico modo per avere una zona centrale a un prezzo sostenibile. Se invece metti a disposizione una stanza puoi integrare il reddito usando una parte della casa che resterebbe vuota.

Restano però alcuni punti chiave: scegliere bene i coinquilini, chiarire regole di convivenza, verificare contratto, autorizzazioni e tassazione per restare in regola.

House sharing e affitto in nero sono la stessa cosa?

No. Il house sharing è una forma di utilizzo della casa, può essere perfettamente legale se fai un contratto scritto e dichiari i redditi. Il problema nasce quando si ospita a pagamento senza contratto e senza rispettare le regole del proprietario o del condominio.

Quali sono i rischi principali per chi condivide casa?

Il rischio maggiore è una convivenza difficile o danni all’immobile. Per ridurlo chiarisci dall’inizio regole su pulizie, ospiti, orari, spese, chiedi una cauzione, verifica i documenti e, se affitti, controlla cosa prevede il contratto con il proprietario.

Ha senso economicamente rispetto a vivere da solo?

Se sei in una città cara sì: dividendo affitto e bollette puoi risparmiare centinaia di euro al mese, che puoi destinare a risparmio, investimenti o formazione. Vivere da solo dà più libertà, ma pesa di più sul budget mensile. La scelta va fatta guardando numeri e stile di vita, non solo comodità immediata.

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Lorenzo Baldassarre

Sono un copywriter che collabora con diverse agenzie e siti web, principalmente su tematiche economiche-finanziarie, ma non solo. Easyfinanza.it è un mio progetto, che ho interamente sviluppato su tutti i suoi aspetti: contenuti, immagini, struttura del sito e piano editoriale basato sulla SEO.

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