Price Earnings Ratio: cos’è il Rapporto Prezzo/Utili
Il price earnings ratio può essere tradotto in italiano con rapporto prezzo/utili, dove price sta per prezzo ed earnings per utili. Si tratta di uno dei più importanti indicatori economici per i titoli azionari quotati in borsa. Gli addetti ai lavori utilizzano sia la locuzione in italiano che in inglese, ma quest’ultima viene preferita perché valida e comprensibile anche fuori dai confini nazionali.
Cos’è il Price Earnings Ratio?
Il rapporto price/earning viene indicato anche con la sigla p/e; mentre il rapporto prezzi/utili viene espresso anche con P/U. Esso non è altro che una divisione dove il prezzo delle azioni in borsa è il numeratore, mentre gli utili per azione dell’azienda quotata sono il denominatore.
L‘utile per azione viene chiamato anche EPS, che sta per earnings per share, e non include i dividendi per azioni privilegiate. Per calcolare l’utile per azione è necessario fare la seguente operazione:
Utile netto della società (senza dividendi) / numero medio di azioni in circolazione della società
Riassumendo per calcolare il price earning ratio dobbiamo tenere in considerazione:
- Price/prezzo = numeratore
- Earnings per share/EPS (utile per azione) = denominatore
Il risultato indica gli anni ipoteticamente necessari per recuperare l’investimento effettuato comprando azioni di questa società, qualora gli utili per azione dovessero rimanere gli stessi dell’ultimo esercizio.
Esempio di Price Earning Ratio
Per fare un esempio ammettiamo che il prezzo di mercato di un titolo azionario sia di 8€, mentre gli utili per azione della società è pari a 1€. Ciò significa che il price earning ratio è di 8 e l’investimento dovrebbe portare ipoteticamente i propri frutti in 8 anni.
Un esempio invece di rapporto price earning più alto potrebbe essere invece il seguente: prezzo di mercato pari a 50€ e utile per azione di 2€. In questo caso il price earning ratio è di 25.
Interpretazione del Price Earnings Ratio
Il Price Earnings Ratio (P/E) è uno strumento fondamentale per valutare se un’azione è sopravvalutata o sottovalutata. Un P/E elevato può indicare che il mercato si aspetta una crescita significativa degli utili in futuro, attribuendo quindi un valore maggiore all’azione. Al contrario, un P/E basso potrebbe suggerire aspettative di crescita modeste o preoccupazioni riguardo alla stabilità finanziaria dell’azienda.
Tuttavia, è essenziale contestualizzare il P/E all’interno del settore di riferimento, poiché standard di valutazione possono variare notevolmente tra settori diversi. Ad esempio, le aziende tecnologiche tendono ad avere P/E più elevati rispetto alle aziende manifatturiere tradizionali. Pertanto, confrontare il P/E di un’azienda con quello medio del suo settore offre una prospettiva più accurata sulla valutazione dell’azione.
Limitazioni del Price Earnings Ratio
Nonostante la sua diffusione, il P/E ratio presenta alcune limitazioni. Innanzitutto, non tiene conto della crescita futura degli utili; un’azienda con un P/E elevato potrebbe giustificare tale valore se si prevede una crescita significativa degli utili nei prossimi anni. Inoltre, il P/E non considera la struttura del debito di un’azienda: due aziende con lo stesso P/E potrebbero avere livelli di indebitamento molto diversi, influenzando il rischio associato all’investimento.
Infine, il P/E può essere influenzato da fattori contabili o eventi straordinari che alterano temporaneamente gli utili, rendendo la misura meno rappresentativa della reale performance aziendale. Per una valutazione più completa, è consigliabile utilizzare il P/E insieme ad altri indicatori finanziari, come il PEG ratio (Price/Earnings to Growth), che incorpora le aspettative di crescita degli utili.
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No. Può indicare che il mercato si aspetta utili in crescita o che considera l’azienda molto stabile. Diventa un campanello d’allarme se il P/E è alto senza una storia o prospettiva credibile a supporto.
Entrambi. Il P/E storico ti mostra come il mercato ha valutato in passato quel titolo. Il P/E atteso ti dice quanta fiducia c’è sugli utili futuri. Se il P/E atteso scende perché gli utili dovrebbero salire, può essere un segnale positivo, ma solo se le stime sono realistiche.
Se l’azienda chiude l’anno con perdite l’EPS è negativo e il P/E non ha senso. In questi casi è meglio usare altri indicatori come ricavi, cash flow, andamento del debito e prospettive del settore.
